Loading...

(Just one moment)

Backgroound Image

Cinepresa 04 | Bjøvika

Bjøvika è la zona portuale dove i norvegesi fanno il bagno e prendono il sole. Un tempo l’area era destinata allo stoccaggio di container, oggi costituisce il nuovo centro urbano affacciato sul fiordo di Oslo: è percorso da numerosi locali con saune lungo il molo dove è possibile immergersi nelle acque gelate del Mare del Nord. Ma – cribbio – da dove viene tutto questo benessere?

Sempre in Norvegia, a Mongstad (Bergen), si trova la principale raffineria del paese (“e la più avanzata in Europa”)* del colosso petrolifero Equinor, controllato in maggioranza dallo Stato.

Proprio in questi giorni, circa 200 attivisti di Extinction Rebellion stanno protestando per denunciare l’industria petrolifera nazionale e smascherare “il mito dei Paesi nordici come leader verdi e progressisti”, evidenziando la contraddizione tra l’immagine eco-friendly e la dipendenza da un’economia fossile.

Il video è immerso in un tappeto sonoro di rumori industriali e assordanti di uno stabilimento generico. Purtroppo, non sono riuscita a reperire registrazioni audio specifiche di una raffineria petrolifera. Lo scopo era quello di evidenziare, attraverso la sollecitazione simultanea della vista e dell’udito, le profonde contraddizioni insite nel concetto stesso di benessere.

*fonte equinor.com

#oilkills

Cinepresa 02 | Tuloy ang laban!

Tuloy ang laban! La lotta continua!

Laban sa homologasyon sa pamamagitan ng pagkamalikhain
laban sa kahirapan sa pamamagitan ng pag-aaral
laban sa karahasan sa pamamagitan ng pagkakaisa

Contro l’omologazione attraverso la creatività
contro la povertà attraverso lo studio
contro la violenza attraverso la solidarietà

Cinepresa 01 | Filippine 2018

Ho trascorso del tempo in un altro posto, dentro un’amaca. Non troppo comoda, ma neanche troppo piccola. Ci dormivo, ci mangiavo. E poi vennero gli altri, quelli incuriositi da me e dalla mia amaca, e feci loro spazio. Caspita! Ci entravamo eccome! Il caldo. Facevamo a turni per spingere l’amaca, così quelli che ci stavano su acchiappavano il vento e stretto se lo tenevano. Dentro l’amaca siamo diventati una famiglia, e questa divenne una casa. Casa è dove entri senza bussare, senza chiedere “È permesso?”. Ci entri e ti stendi senza troppo pensare, senza troppo riflettere. Poi ci sono quelli che l’amaca non la tengono, ma ti portano il pesce per condividerlo, per mangiarlo insieme. Dentro l’amaca c’è anche gente che scarica le proprie lacrime e poi trova conforto dentro una San Miguel. Dentro quell’amaca un poco malandata ci ho buttato la mia vecchia carcassa e, come i serpenti, ho cambiato pelle.