Bagnato dalle acque del torrente Sangone, Benaisco è uscito dall’anonimato per un fatto a dir poco molesto e insopportabile per chi – come l’assessore della Regione Piemonte Maurizio Marrone – è del partito meloni-non-commestibili. All’accaduto sono dedicati pochi articoli seo-orientend, però – ecco – vale la pena d’esser noto e notato.
Una donna algerina ha chiesto assistenza legale all’Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) dopo che, sempre in quel di Beinasco, le era stato dapprima assegnato un alloggio di edilizia popolare, per poi essere successivamente revocato. La ragione di tale privazione – oltre tutto di un bisogno primario – è da ricercare nella modifica alla normativa regionale sulla casa, entrata in vigore l’anno scorso, che esclude infatti dalle graduatorie gli stranieri che non hanno un’occupazione. Così, poco prima della consegna delle chiavi, l’assegnazione le viene de facto annullata.
Su ricorso dell’Asgi, però, il Tribunale di Torino ha giudicato quella stessa norma discriminatoria, ordinando alla Regione di restituire l’alloggio all’assegnataria. Non solo. Il giudice – secondo quanto riporta l’Asgi – «ha altresì sollevato questione di costituzionalità chiedendo alla Corte Costituzionale di cancellare la norma, anche per contrasto con il principio di uguaglianza ex art. 3 Cost. essendo del tutto irragionevole che proprio la condizione di disoccupazione, che esprime una condizione di bisogno più elevato, diventi, per i soli stranieri, ragione di esclusione».
A questa donna la stampa ha affibbiato lo pseudonimo arabeggiante di Laila Haddad, in non pochi però accosteranno il suo nome a un detto piemontese che suona così «A forsa ‘d nuiusé cáich cos a s’ gava sempre» (a forza d’importunare qualcosa si ottiene).


